Divorzio all’italiana

[1961 – Regia di Pietro Germi]

Nell’adattamento cinematografico del romanzo Un delitto d’onore, la vicenda drammatica è alleggerita da un tono ironico che inaugura il genere della <<commedia all’italiana>>.
L’ambientazione passa dalle campagne avellinesi alla Sicilia, portando con sè il cambiamento dei nomi dei protagonisti: il dottor Gaetano Castiglia diventa il barone Ferdinando Cefalù, detto Fefè ed il nome della moglie varia da Sabina a Rosaria.

Diversa anche la dinamica che porta al delitto: dalla vendetta per la scoperta della mancata verginità della moglie, si passa ad un piano che prevede di indurla al tradimento con Carmelo Patanè, inscenare un delitto d’onore e poter così in seguito sposare la giovanissima cugina Angela.
In comune la nobiltà e la formazione del protagonista, una narrazione incalzante ed un meccanismo ad orologeria che verrà riproposto vent’anni dopo da Gabriel Garcia Marquez e troverà la sua definizione in una “cronaca di una morte annunciata”.

Il barone è interpretato da Marcello Mastroianni memorabile per i suoi tic, la brillantina e l’immancabile sigaretta; la cugina Angela da Stefania Sandrelli, splendida nei suoi 15 anni sia in abito castigato da collegiale che nel bikini indossato nell’ambigua scena finale. La moglie Rosaria è Daniela Rocca, ex modella resa irriconoscibile dal trucco e la cui carriera si interromperà bruscamente per l’aggravarsi di alcuni disturbi mentali. Nel cast anche Lando Buzzanca agli esordi nei panni dell’impacciato fidanzato della sorella mentre Carmelo Patanè è interpretato da Leopoldo Trieste, che avrà una lunghissima carriera nel cinema italiano con ruoli da comprimario.