L’ombra delle colline

[1964]

Il viaggio in auto con la ex compagna – da Roma alle campagne piemontesi – è il fil rouge con il quale l’autore fa riemergere i ricordi della Resistenza, che culminano nell’incontro con il padre e l’amico partigiano rimasti nel paese d’origine.

Un romanzo struggente sulle tematiche del ritorno a casa, sulla necessità di fare pace con sé stessi e con il proprio passato fino ad accettare il presente.

Il ritorno a casa è simboleggiato dal paesaggio dal quale emerge “l’orizzonte dentato col Monviso” ed il “sipario lontanissimo delle Alpi”.

Il protagonista – Stefano Illuminati – lotta con l’accettazione della quotidianità e con il “veleno di ogni giorno” alla ricerca di “un balzo, una fuga, rapidi a liberarmi da quel silenzi che spegnevano la vita, […] dalle lunghe parabole dei giorni che si ripetevano uguali”.

Stefano lascia nel finale un messaggio di speranza ed un monito di consapevolezza:

  • “Ebbene sì, diamoci pace… […] ogni vero ricordo è ancora un richiamo, una verità che ci lavora nelle ossa, un febbrile atto di sfida al buio di domani…”
  • “Per ora, già chiaro risulta questo vantaggio: non ci sarà condanna per l’impresa che risultò impossibile, per la qualità non raggiunta; saremo condannati solo se rifiuteremo di esprimere il bene segreto che ci attende nell’umile alba d’ogni giorno…”