Sei stato felice, Giovanni

[1952]

Un romanzo d’esordio, un lungo momento di passaggio all’età adulta, un desiderio di lasciarsi alle spalle la Genova del porto e dei “caruggi”.

Il protagonista narra in prima persona le difficoltà nello sbarcare il lunario, ma anche di come si possa essere “felice di niente” anche se la gente non lo può sopportare e non te lo perdona. La possibile svolta economica che ruota attorno ad un carico di sigarette di contrabbando diventa l’occasione di “potermene andare in un’altra città dove sarei entrato con una faccia diversa”.

Un personaggio indimenticabile che “sa portare la solitudine come un vecchio berretto,” ma deve ancora imparare a “saper portare la faccia che ha stasera”.

L’evoluzione di un ragazzo che “era stato un mucchio di cose, mai un uomo che comincia a muoversi davvero” fino ad accettare di “sentirsi vuoto e buono senza pensieri, tutto ciò che era stato, era stato e basta, adesso era in ordine dietro di me, il resto sarebbe venuto, bastava non preoccuparsene troppo.”