Chi c’è in redazione di giovanniarpino.it?
Il mio nome è Luca Santinon e mi potete trovare ancora seduto sulla panchina come il ragazzo della caricatura con il walk-man agganciato ai jeans, le cuffie ed un tomo aperto sulle ginocchia.
Amo definirmi – citando Francesco Guccini – “Un tipo perso dietro le nuvole e la poesia”, affascinato dalla penna di Giovanni Arpino e deciso a condividerne le sfumature raccolte con altri appassionati.
Pensavo di aver incontrato per la prima volta Giovanni Arpino dopo aver passato i quarant’anni leggendo ‘L’ombra delle colline’. Subito folgorato dallo stile letterario asciutto e lineare, l’eleganza degli incipit, la struttura “circolare” dei capitoli, i dialoghi serrati e geometrici. La poesia della frase finale, che resta impressa come l’ultima riga delle favole.
Poi ho ricordato uno scaffale di libri della mamma, dove da adolescente ho pescato a caso ‘La trappola amorosa’, il testamento letterario dell’autore.
Mentre mi innamoravo in gita scolastica, sul pullman trasmettevano ‘Scent of a Woman’ con uno straordinario Robert De Niro; ma a 18 anni non potevo sapere che quel film era un remake di ‘Profumo di donna’ e che si trattava di un raro caso dove il film cambiava nome rispetto al romanzo – ‘Il buio e il miele’ – che lo aveva ispirato.
Ho scoperto di recente che Giovanni ogni 4 maggio mi accompagna idealmente a Superga, recitando ‘Me grand Türin’ e che proprio lui – simpatizzante della squadra con le strisce – ha coniato il termine ‘tremendismo granata’.
Queste pagine sono le colline dove mi piace volare come Francesco Giuseppe nel racconto ‘La bora e il ragioniere’ di Gianni Rodari. “Forse la cosa vi stupirà, ma non dovrebbe. Perché un ragioniere non dovrebbe amare le poesie? Perché un uomo comune, uguale a tanti altri, non dovrebbe avere un suo prezioso segreto? Non giudicare mai gli uomini dal loro aspetto, dalla loro professione, dallo stato della loro giacca. Ogni uomo può fare cose straordinarie: molti non le fanno soltanto perché non sanno di poterle fare, o perché non sanno liberarsi in tempo del loro mattone.”
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Giovanni Arpino 