Lo zoo di Torino

L’ex zoo per 30 anni ha attratto migliaia di persone ogni giorno: in occasione dell’apertura nel 1955 dai giornali dell’epoca emergono articoli dai toni trionfalistici, “un pizzico di jungla nel Parco Michelotti, una delle zone più suggestive del lungo Po”.
Nel 1985 a distanza di 30 anni avrebbe bisogno di interventi radicali ma soprattutto è cambiata la sensibilità: si decide per la chiusura – “un modo per scrollarsi di dosso retaggi che risalgono all’impero romano” – e gli animali vengono distribuiti tra parchi e zoo in tutta Europa.
Da allora è un “non-luogo” che ha attraversato una parabola di abbandono ed oggi sta cercando una forma di rinascita, una seconda occasione; il percorso originario resta visibile per una piacevole passeggiate nel verde.


Giovanni Arpino vi ha ambientato Il buio e il miele del 1969, dove il capitano Fausto sfida in un duello a distanza il leone davanti alla sua gabbia ed Il primo quarto di luna del 1976 dove Saverio Piumatti e Diana mettono in scena un dialogo sul mestiere di vivere vicino alla gran buca degli orsi.

  • “Erano appoggiati al muraglione che dava verso la gran buca degli orsi. Dalla collina scendevano verso il fiume aliti di ghiaccio. La prua del Monte dei Cappuccini pareva scheggia di cupo vascello contro il grigio del cielo. I legni dello zoo, residui di paglia, esalavano odori. […] Un lavoro da imparare, questo vivere. Non facile. Chi l’ha insegnato mai? – sorrise Diana. Negli occhi aveva ondulazioni di nebbia, d’erbe nascoste.”

La sfida tra il capitano ed il leone è qui riportata integralmente, da leggere come una pièce teatrale.


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